Descrizione Progetto ARCHIPREVALEAT
I soggetti con infezione da HIV sembrano avere un rischio maggiore di malattie cardiovascolari (CVD) rispetto alla popolazione generale; ciò nonostante, l’eziologia del rischio aumentato resta poco chiara. L’attivazione endoteliale, dovuta all’infiammazione cronica o ad altri eventi, può svolgere un ruolo fondamentale negli eventi CVD. È stata descritta anche la rapida insorgenza di lesioni vascolari nell’HIV (1-7).
Il trattamento con inibitori della proteasi (PI) è stato associato all’insorgenza di disturbi metabolici, come la resistenza all’insulina e la lipodistrofia (1-4). Inoltre, sono state descritte varie complicazioni vascolari (ictus, angina pectoris, infarti del miocardio) in pazienti sottoposti a trattamento prolungato con questa classe di farmaci antiretrovirali.
Inoltre, i risultati più recenti dello studio DAD descrivono un aumento del rischio di MI subito dopo l’instaurazione di una terapia, compresa l’abacavir. L’eventuale meccanismo biologico di questo fenomeno non è stato identificato ed il rapido insorgere del danno coronarico, difficilmente attribuibile all’effetto della placca aterosclerotica classica, un evento durato diversi anni, potrebbe invece essere dovuto agli effetti delle infiammazioni endoteliali acute con conseguente stenosi dei vasi coronarici (come mostrato dai risultati dei gruppi SMART / INSIGHT e DAD sull’AIDS 2008; 22: F17-24).
PREVALEAT II (PREmature VAscular LEsions and Antiretroviral Therapy) è uno studio multicentrico su una coorte longitudinale che ha come obiettivo la valutazione del rischio cardiovascolare tra pazienti avanzati e HIV-positivi che hanno iniziato la loro prima terapia.
ARCHIPREVALEAT – coordinato dal Dott. Paolo Maggi, attualmente professore associato presso Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli UOC Malattie Infettive e precedentemente dirigente della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico di Bari – è un ambizioso progetto di raccolta, aggregazione ed analisi di dati retrospettivi relativi a pazienti di differenti centri sanitari seguiti da un network di specialisti distribuiti sull’intero territorio nazionale.
I professionisti partecipanti al progetto avranno la possibilità, dunque, di inserire i dati dei pazienti reclutati, gli esiti dei follow-up e di condividere le informazioni raccolte con tutti i componenti del team; tali dati clinici saranno memorizzati ed accessibili conformemente alle normative italiane sulla privacy dei dati sanitari.